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L’irruzione di un virus invisibile e oscuro ha avuto un impatto straordinario in tutte le branche ordinamentali. Dal diritto civile al diritto penale, dal diritto amministrativo a quello tributario e contabile, passando attraverso il diritto processuale e quello sportivo, senza dimenticare il diritto sovranazionale, nessuna disciplina può dirsi immune agli effetti della pandemia da Covid-19.
Che conseguenze ha portato il Covid-19 nel nostro ordinamento? Il diritto del futuro sarà lo stesso, cambierà o è già in atto il cambiamento? La frenetica normativa esplosa in questi tempi è solo "diritto dell’urgenza", destinato ad estinguersi con il cessare del momento di crisi o darà lo spunto per una definitiva metamorfosi dell’ordinamento giuridico?
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CAPITOLO 29. La centralità dei test per Covid-19 e la disciplina adottata in Ita-lia. Misure di tracciamento dei contatti dei positivi e rapporti con il diritto alla riservatezza e alla vita privata
Domenico De Falco
Il capitolo mira ad offrire un’analisi della politica dei test (tamponi) rino-faringei praticati in Italia per l’identificazione dell’infezione da Covid-19, partendo da un dato certo: nel nostro Paese il tasso di letalità (rapporto tra infettati complessivi e deceduti a causa del Virus) è tra i più alti del mondo.
Si è quindi esaminata la definizione di “caso sospetto” introdotta dal Ministero della Salute che individua i soggetti che possono essere sottoposti a test per Covid-19 e i successivi atti normativi adottati nel corso del periodo emergenziale, tentando un’analisi della compatibilità della strategia fondata solo sul lockdown con la gerarchia dei valori tutelati nella Costituzione.
Si è quindi ipotizzata la sussistenza di un obbligo giuridico dell’Amministrazione di realizzare un sistema di identificazione dei focolai di contagio anche mediante tracciamento informatico, ritenendo che, in un’ottica di bilanciamento e proporzionalità, prevalga l’esigenza di adottare tutte le misure necessarie al contenimento dell’epidemia.
In vista, poi, dell’avvio della Fase 2 di convivenza con il Virus, si illustra la posizione assunta dalle istituzioni europee con riguardo alle soluzioni tecnologiche volte per il tracciamento informatico dei contatti dei soggetti positivi in rapporto alle esigenze di tutela della riservatezza e della vita privata.
Infine, si fornisce una prima disamina del sistema di tracciamento informatico introdotto nell’ordinamento con il d.l. 30 aprile 2020, n. 28, descrivendone le principali caratteristiche e valutandone l’adeguatezza in relazione agli obiettivi che l’intervento è volto a perseguire.
Sommario:
1. La correlazione tra diffusione del contagio, tasso di mortalità e politica dei test. - 2. La politica dei test adottata in Italia: “il caso sospetto”. - 3. Le misure di sorveglianza attiva e i valori Costituzionali. - 4. La disciplina dei test per Covid-19 nella “Fase 2”. - 5. La Posizione della Commissione europea e del Comitato europeo per la protezione dei dati sulle applicazioni di tracciamento. - 6. Il sistema di tracciamento nell’ordinamento italiano: un’occasione mancata. - NOTE
1. La correlazione tra diffusione del contagio, tasso di mortalità e politica dei test.
I dati resi disponibili dal sito privato Worldometers (https://www.worldometers.info/coronavirus/) evidenziano che il tasso di mortalità in Italia per l’epidemia da Covid-19 è stato durante tutto il corso della crisi – cioè dalla fine di febbraio – tra i più elevati al mondo. Infatti, a fronte di una popolazione complessiva di contagiati (comprensiva di deceduti e guariti) accertati al 5 maggio 2020 di 211.938, i morti sono 29.079, la
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Domenico De Falco
Il capitolo mira ad offrire un’analisi della politica dei test (tamponi) rino-faringei praticati in Italia per l’identificazione dell’infezione da Covid-19, partendo da un dato certo: nel nostro Paese il tasso di letalità (rapporto tra infettati complessivi e deceduti a causa del Virus) è tra i più alti del mondo.
Si è quindi esaminata la definizione di “caso sospetto” introdotta dal Ministero della Salute che individua i soggetti che possono essere sottoposti a test per Covid-19 e i successivi atti normativi adottati nel corso del periodo emergenziale, tentando un’analisi della compatibilità della strategia fondata solo sul lockdown con la gerarchia dei valori tutelati nella Costituzione.
Si è quindi ipotizzata la sussistenza di un obbligo giuridico dell’Amministrazione di realizzare un sistema di identificazione dei focolai di contagio anche mediante tracciamento informatico, ritenendo che, in un’ottica di bilanciamento e proporzionalità, prevalga l’esigenza di adottare tutte le misure necessarie al contenimento dell’epidemia.
In vista, poi, dell’avvio della Fase 2 di convivenza con il Virus, si illustra la posizione assunta dalle istituzioni europee con riguardo alle soluzioni tecnologiche volte per il tracciamento informatico dei contatti dei soggetti positivi in rapporto alle esigenze di tutela della riservatezza e della vita privata.
Infine, si fornisce una prima disamina del sistema di tracciamento informatico introdotto nell’ordinamento con il d.l. 30 aprile 2020, n. 28, descrivendone le principali caratteristiche e valutandone l’adeguatezza in relazione agli obiettivi che l’intervento è volto a perseguire.
Sommario:
1. La correlazione tra diffusione del contagio, tasso di mortalità e politica dei test. - 2. La politica dei test adottata in Italia: “il caso sospetto”. - 3. Le misure di sorveglianza attiva e i valori Costituzionali. - 4. La disciplina dei test per Covid-19 nella “Fase 2”. - 5. La Posizione della Commissione europea e del Comitato europeo per la protezione dei dati sulle applicazioni di tracciamento. - 6. Il sistema di tracciamento nell’ordinamento italiano: un’occasione mancata. - NOTE
1. La correlazione tra diffusione del contagio, tasso di mortalità e politica dei test.
I dati resi disponibili dal sito privato Worldometers (https://www.worldometers.info/coronavirus/) evidenziano che il tasso di mortalità in Italia per l’epidemia da Covid-19 è stato durante tutto il corso della crisi – cioè dalla fine di febbraio – tra i più elevati al mondo. Infatti, a fronte di una popolazione complessiva di contagiati (comprensiva di deceduti e guariti) accertati al 5 maggio 2020 di 211.938, i morti sono 29.079, la
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